La storia delle pecore che sono finite nel burrone e del pastore che ce le ha portate

E siamo arrivati a Pasqua. Senza contratto. Sarebbe stupendo se dentro l’uovo ci fosse la notizia della bocciatura da parte della Corte dei Conti dell’ordinamento professionale che per l’Area Terza dequalifica i Direttori e i Funzionari apicali con conseguente sperpero delle risorse impiegate per concorsi e percorsi di formazione. Molto probabilmente non sarà così e il contratto verrà firmato rendendo legge l’abominevole “tutti uguali” nell’Area Terza mentre ad Operatori ed Assistenti verrà offerta la possibilità di progredire sino a raggiungere l’Area dei Funzionari anche senza laurea. Riteniamo necessario ripeterlo all’infinito perché è così assurda questa cosa che bisogna rileggerla infinite volte per rendersi conto che non siamo su scherzi a parte.

Stranamente nei comunicati sindacali nessun tono trionfalistico sui risultati del voto per il rinnovo RSU. Solo qualche dichiarazione su un “buon risultato” e su un “raggiunto quorum” che era difficile non raggiungere grazie ad Operatori ed Assistenti favoriti dalla politica del Sindacato che ora si mostra in tutta la sua assurdità: far avanzare dal basso e appiattire dall’alto. Sono mancati i voti dei tantissimi colleghi che in segno di protesta contro questa vergogna hanno disertato le urne. Ma sempre troppo pochi rispetto a quel senso di insurrezione che dovrebbe pervadere tutti coloro che avrebbero il diritto di non vedersi strappate qualifiche, titoli e sacrifici. E invece la maggioranza tace, rendendosi complice del sopruso sindacale. Uno stupro del diritto alla progressione professionale che in pochi hanno il coraggio di denunciare. Addirittura qualcuno, succede al Ministero dell’Interno, cerca una sponda sindacale per entrare di diritto nella Quarta Area. Sessantenni che la notte di Natale scrutano il cielo aspettando convintamente con i nipoti di intravedere la slitta di Babbo Natale. Ci ha sorpreso e stupito che la nostra iniziativa sulla restituzione simbolica della laurea, che continua senza sosta e alla quale vi invitiamo ad aderire qui sotto, sia stata molto ben accolta dai Funzionari neo-assunti e meno giovani, mentre appare tiepida la partecipazione di Direttori ed ex Direttori, specie del Ministero della Giustizia e dell’Interno.

Un silenzio inspiegabile, se non ci trovassimo in uno strano Paese, quello dei Direttori della Giustizia assunti con concorso, laureati e con un’abilitazione alla professione di avvocato in mano che verranno ridotti al ruolo di Funzionario come tutti gli altri nell’Area Terza. Lo stesso inquietante silenzio che ha caratterizzato il demansionamento nel 2010 degli ex Direttori del Ministero dell’Interno. Speravano nei ricorsi, nelle associazioni che curassero solo i loro interessi. Andranno in pensione da Funzionario come l’ultimo arrivato.

Altrettando incredibile il silenzio degli apicali del MEF, della Difesa e di tutto il Comparto Funzioni Centrali che ha al suo interno eccellenze professionali straordinarie che, sapute incentivare e sfruttare, avrebbero reso quantomeno bislacca l’idea di dover ricorrere a professionisti esterni a tempo determinato per l’attuazione dei progetti finanziati con i Fondi del PNRR.

Invece silenzio. Sul silenzio si basa ogni forma di sopruso, ogni prevaricazione. Il silenzio forse è peggiore dell’agire dell’ex Direttore che procura voti e tessere al Sindacato che ne ha perseguito e voluto il suo demansionamento. E’ peggiore perché conferisce al prevaricatore la sicurezza che la massa non si organizzerà mai per contestare il suo agire. E allora, se dobbiamo attribuire una colpa, preferiamo darla alle pecore che si avviano in silenzio verso il burrone e non al pastore che ce le porta.

Il nostro Coordinamento è l’unico organismo, sebbene ancora non ufficiale perchè frutto di un movimento spontaneo di colleghi, a non rimanere in silenzio. Nella peggiore della ipotesi, e questi scritti sul web ne costituiranno eterna testimonianza, i suoi partecipanti sono quelle pecore che verso il burrone non ci sono volute andare, cercando in tutti i modi di disobbedire al pastore. Quelle pecore che, se sono finite nel precipizio, è solo perché ce le hanno buttate.

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