La vicenda dell’abolizione del profilo professionale di Direttore, sparito dalla bozza di CCNI della Giustizia sul tavolo negoziale di via Arenula, viene trattata come un fulmine a ciel sereno anche da taluni ” addetti ai lavori” che ne erano a conoscenza da anni e che hanno fatto gli gnorri perché intanto i diretti interessati, ignari, continuavano a versare la loro bella quota sindacale. Ora che i diretti interessati (I Direttori della Giustizia) se ne sono accorti e non è proprio più possibile far finta di nulla, scatta l’indignazione e l’agitazione anche di chi sapeva e non ha fiatato. Niente di nuovo per carità, perché senza fare un eccessivo sforzo di logica ben si comprende che un giorno in più di quota sindacale moltiplicata per migliaia di tessere rappresenta soldi e dunque potere.
Così la fabbrica delle “foglie di fico” è sempre in attività e si continuano a costruire ipotesi, richieste, giustificazioni (vedete, siamo dalla vostra parte, noi l’abbiamo proposto, preteso, scritto ma non l’hanno voluto fare) a volte più o meno fattibili, a volte completamente strampalate nella consapevolezza che trattasi di veri e proprie tergiversamenti funzionali al traccheggiamento il più possibile prolungato per il motivo sopra esposto.
In queste settimane cresce con insistenza, sempre alla Giustizia, l’ipotesi di ovviare all’abolizione del profilo professionale di Direttore con l’istituzione della famiglia professionale del Direttore. E allora andiamo a rileggerci il CCNL Funzioni Centrali 2019-2021 in particolare l’art. 13 – Classificazione: “Il sistema di classificazione del personale, improntato a criteri di flessibilità funzionali alle esigenze proprie dei differenti modelli organizzativi presenti nel comparto, è articolato in quattro aree, che corrispondono a quattro differenti livelli di conoscenze, abilità e competenze professionali:
Area degli operatori
Area degli assistenti
Area dei funzionari
Area delle elevate professionalità
Le aree sono individuate mediante le declaratorie che descrivono l’insieme dei requisiti indispensabili per l’inquadramento nell’area medesima. Le stesse corrispondono a livelli omogenei di competenze conoscenze e capacità necessarie per l’espletamento di una vasta e diversificata gamma di attività lavorative, secondo quanto previsto dall’allegato A. All’interno dell’Area si ha equivalenza e fungibilità delle mansioni ed esigibilità delle stesse in relazione alle esigenze dell’organizzazione del lavoro“.
Poiché a noi sembra chiarissimo che all’interno delle Aree – quindi anche in quella dei Funzionari – si debba (obbligo) avere equivalenza e fungibilità delle mansioni ed esigibilità delle stesse, non ci appare altrettanto chiaro come si possa promettere la famiglia dei Direttori che mantenga le particolari peculiarità professionali svolte fino ad adesso separandole dalle mansioni dei Funzionari.
La questione non è di poco conto perché se la famiglia dei Direttori con proprie prerogative professionali, non fosse fattibile a livello giuridico, troveremmo grave, molto grave, prometterla. Il dato è che nella bozza dell’integrativo della Giustizia il profilo di Direttore non c’è più. Alla luce dei traccheggiamenti che si protraggono fino a pensione, non stupisce che tra chi sostiene la richiesta della famiglia professionale dei Direttori alla Giustizia ci sia chi li abbia voluto fortissimamente abolire altrove.
Così com’è altrettanto gravissima la responsabilità di chi, pur pienamente consapevole dell’infattibilità giuridica, economica e politico-sindacale del transito automatico di tutti i Direttori in Area E.P. con l’attuale retribuzione, promette tale evento indebolendo la protesta e la convergenza su obiettivi fattibili, primo tra tutti il manenimento del profilo di Direttore in tutto il Comparto, naturale evoluzione giuridica del Funzionario con laurea magistrale/specialistica.
Noi ci riteniamo un Sindacato in purezza perché nati proprio per contrastare l’abolizione del profilo di Direttore e per dare dignità a tutti i Funzionari laureati con laurea magistrale/specialistica, titolo che non può e non deve essere paragonato ad una laurea triennale come incredibilmente e, a nostro parere, in violazione di legge, fa invece il CCNL F.C. 2019-2021 all’allegato A: Area dei Funzionari – Requisiti di base per l’accesso: laurea (triennale o magistrale).
Ma vogliamo dare tutte le colpe agli altri? No, certo che no, perché a nostro parere la colpa più grave è di chi, una volta capita la suonata, non si ribella divenendo dunque complice. Ribellarsi significa strappare le tessere di chi ha voluto quello che ci danneggia, organizzarsi intorno ad un progetto realistico e fattibile, rimanere uniti e scendere in piazza a gridare e a far capire a chi di dovere che a nessuno è consentito eliminare un diritto acquisito a forza di sacrificio e dedizione. Però…però sappiamo anche che non è facile ribellarsi. Venditori di fumo per vocazione, continuano con i loro comportamenti volti solo a tutelare i propri interessi, ad anestetizzare, sino a sterilizzare ogni forma di iniziativa, creando un terreno ostile ad ogni germoglio di spontanea e sana protesta. Tuttavia, una volta aperti gli occhi, urge iniziare a gridare visto che ormai ci hanno preso tutto. Ma proprio tutto.
Noi del Sindacato Fenice non l’abbiamo mai mandate a dire e riteniamo la chiarezza e la verità l’unica strada per far capire ai colleghi cosa sta succedendo, da ultimo lo scippo del profilo di Direttore nell’ultimo Dicastero nel quale è rimasto appunto, e perché si dovrebbe reagire. E diamo fastidio perché abbiamo sgamato e denunciato pure il giochino del “poliziotto cattivo” e del “poliziotto buono” nell’ambito delle Confederazioni dove la componente PA o FP decreta la massificazione in Terza Area e la componente di Amministrazione la denuncia. Un gioco delle tre carte che continua a funzionare egregiamente per una pletore di colleghi disinformati (nel senso di non informati) e artatamente fuorviati.
Ovviamente chiarezza e verità sono veleno per l’ambiguità e il calcolo, materiale tossico da sotterrare, nascondere, sminuire, impedirne la circolazione. Ma noi continuiamo a scrivere alla faccia di un politicamente corretto diventato un odioso tappeto sotto il quale nascondere tonnellate di polvere.
Stiamo scatenando e continueremo a scatenare tutta la nostra pressione sui vertici del Ministero della Giustizia affinchè l’integrativo in discussione si sospenda sine die con l’intento di “saltare” direttamente a quello collegato al CCNL 2022-2024. Per questo scriveremo quanto prima una lettera aperta al Ministero chiedendogli , stante l’importanza fondamentale del profilo di Direttore, di premere sul Presidente del Consiglio per dare direttive ad Aran affinchè nel nuovo contratto vi sia una clausola di salvaguardia per questa figura in tutto il Comparto Funzioni Centrali. Tutelando il profilo di Direttore apriamo la strada allo sviluppo dei Funzionari con laurea magistrale/specialistica e possiamo continuare a premere per portare entrambi i profili in Quarta Area con il nostro fattibilissimo progetto che prevede invarianza giuridica e di spesa (per questo fattibile). Se abrogano pure alla Giustizia la figura del Direttore siamo tutti fottuti, in tutti i Ministeri e in tutto il Comparto. Quindi smettiamo di sognare e vediamo quello che realmente è fattibile chiedere e fare. Per questo continuiamo a chiedere ai colleghi di dare con la loro adesione forza a Fenice.
E ci piace concludere questo articolo con un commento postato da un collega ex Direttore sotto il nostro penultimo articolo che sintetizza benissimo la nostra azione e la nostra anima:
Con l’eventuale soppressione del profilo di direttore presso la Giustizia, giungerebbe a compimento il disegno iniziato con la soppressione della carriera direttiva, circa trenta anni fa, tramite il progressivo superamento delle posizioni giuridiche avvenuto inizialmente con i contratti integrativi e, infine, stabilito con il CCNL, volto a consentire la progressione tra le aree ai profili più bassi, quando sarebbe stato più logico attribuire incrementi economici. L’iniziativa del sindacato Fenice è un atto di grande responsabilità e coraggio nel difendere i diritti e la dignità dei Direttori della Giustizia ma anche i funzionari laureati magistrali ex elevate professionalità come scritto nei bandi di concorso. La decisione di chiedere la sospensione dei tavoli negoziali e di inviare una PEC ai massimi vertici istituzionali dimostra la determinazione del sindacato nel proteggere un ruolo fondamentale, minacciato da decisioni contrattuali che potrebbero comprometterne l’esistenza. È essenziale che le voci di chi lavora con quella che finora era considerata elevata professionalità siano ascoltate e che si trovi una soluzione equa e giuridicamente sostenibile. Fenice sta dimostrando di essere un baluardo di resistenza contro un sistema che in molte realtà ha già appiattito professionalità di alto livello, e l’impegno a continuare la battaglia anche su un piano legale, se necessario, è da lodare. Unirsi a questo sindacato non significa solo difendere un titolo, ma dare un senso ad anni di sacrifici e impegno professionale e personale.
Leggi anche questi articoli:
Alla puntuale e impeccabile analisi della condizione dei Direttori e Funzionari laureati, elaborata dal nostro Presidente, aggiungerei:
…e nel frattempo al Ministero dell’Interno si è aperta la procedura di Progressione tra le Aree.
Senza dilungarci in riferimenti normativi, prendiamo atto che un Operatore potrà accedere in Area II con il solo Diploma di scuola secondaria e un Assistente in Area III con Diploma Professionale Triennale. Tutto ciò è reso possibile dalle norme di prima applicazione che rimuovono il requisito del possesso del titolo richiesto per l’accesso dall’esterno.
E i Funzionari laureati? Fermi, immobili, senza alcuna prospettiva e fino a quando non si uniranno nella lotta.
Noi ci abbiamo creduto, continuiamo a crederci e vi esortiamo a iscrivervi a Fenice. Insieme possiamo cambiare le nostre sorti, da soli possiamo solo autocommiserarci.
Con la firma dell’ultimo CCNL i sindacati hanno offeso la dignità dei dipendenti pubblici e decretato la fine dello spirito della difesa dei diritti dei lavoratori.
Noi di Fenice non resteremo a guardare.